Tutti insieme a Lisbona

Le chiese particolari celebreranno l’evento, in vista dell’appuntamento internazionale in terra lusitana, il 20 novembre prossimo.

Là dove, dallì1 al 6 agosto 2023 si terra la trentasettesima Giornata mondiale della Gioventù voluta da San Giovanni Paolo II. Le chiese particolari celebreranno l’evento, in vista dell’appuntamento internazionale in terra lusitana, il 20 novembre prossimo. L’invito di papa Francesco al popolo dei giovani si sostanzia di parecchie sottolineature contenute nel messaggio che a loro ha voluto inviare di recente.

“Carissimi giovani – esordisce il Santo Padre- il tema della GMG di Panamà era “ecco la serva del Signore , avvenga per me secondo la tua parola”, dopo quell’evento abbiamo ripreso la strada verso una nuova meta, Lisbona 2023, lasciando echeggiare nei nostri cuori l’invito pressante di Dio ad alzarci”. Alzarci che, nella lezione ricordata dal Santo Padre di San Paolo , “assume anche il significato di risorgere, risvegliarsi alla vita”.

E con l’aiuto della Luce della Madonna: “in questi tempi così difficili in cui l’umanità , già provata dal trauma della pandemia, è straziata dal dramma della guerra- prosegue papa Francesco – Maria riapre per tutti e in particolare per voi, giovani come lei, la via della prossimità e dell’incontro, spero e credo fortemente che l’esperienza che molti di voi vivranno a Lisbona rappresenterà un nuovo inizio per voi giovani e, con voi, per l’umanità intera”.

Rialzarsi, dunque, con la stessa fiducia che Maria diede a Gesù rifuggendo dalla tentazione di “concentrarsi su se stessa, sulle preoccupazioni e i timori dovuti alla sua nuova condizione”. Ella invece, “si fida totalmente di Dio e pensa piuttosto a Elisabetta, si alza ed esce alla luce del sole, dove c’è vita e movimento, non si lascia paralizzare perché dentro di lei c’è Gesù, potenza di risurrezione”.

Maria rappresenta insomma l’amorevole paradigma di come si possa, prosegue il Santo Padre, “sperimentare la presenza di Cristo risorto nella propria vita, incontrarlo vivo” e di come ciò possa ingenerare “la gioia spirituale più grande, un’esplosione di luce che non può lasciare fermo nessuno”. Svegliare e alzarsi sono le due mani che il Signore tende e con le quali, aggiunge, “ci spinge a uscire verso la luce, a lasciarci condurre da lui per oltrepassare la soglia di tutte le nostre porte chiuse”. E di nuovo torna a riferirsi a Maria definendola “modello dei giovani in movimento”, colei che “si è lasciata interpellare dal bisogno della sua anziana cugina, non si è tirata indietro, non è rimasta indifferente, ha pensato più agli altri che a se stessa”. Una testimonianza, la sua, che si fa per ogni giovane, ma più in generale per ogni uomo, invito a un esame di coscienza: “come reagisco – domanda papa Francesco – di fronte alle necessità che vedo intorno a me, penso subito a una giustificazione per disimpegnarmi oppure mi interesso e mi rendo disponibile?”.

Certo, dice il Santo Padre, “non potete risolvere tutti i problemi del mondo ma magari potete iniziare da quelli di chi vi sta più vicino, dalle questioni del vostro territorio, quello che si fa, hanno detto una volta a madre Teresa, è solo una goccia nell’oceano e lei ha risposto “ma se non lo facessi, l’oceano avrebbe una goccia in meno”. L’ascolto e l’attenzione ai bisognosi deve rifuggire dal temporeggiamento, “bisogna agire in fretta” dice il Santo Padre.

“Quante persone nel mondo attendono una visita di qualcuno che si prenda cura di loro, quanti anziani, malati, carcerati, rifugiati hanno bisogno del nostro sguardo compassionevole , della nostra visita, di un fratello o una sorella che oltrepassi le barriere dell’indifferenza”. E ai giovani deve quindi appartenere, come una voce che sale dal cuore, quest’urgenza di coinvolgersi subito, senza remore, nella luce vivida del Cristo che salva.

E di una Maria che “non cessa di attraversare spazi e tempi per visitare i suoi figli bisognosi del suo aiuto premuroso perché il nostro camminare, se abitato da Dio, ci porta dritti al cuore di ogni nostro fratello e sorella”.

E le “tracce” della visita di Maria, dice papa Francesco, sono rinvenibili in moltissime persone nel corso dei secoli. Tanto che “dovunque ci sia un santuario, una chiesa, una cappella dedicata a lei, i suoi figli accorrono numerosi”.

L’uomo ha quindi bisogno, sottolinea il Santo Padre, di riannodare i fili con una “fretta buona” che “ci spinge sempre verso l’alto e verso l’altro”. Che è cosa ben diversa dalla fretta che “ci porta a vivere superficialmente, a prendere tutto alla leggera senza impegno né attenzione, senza partecipare veramente alle cose che facciamo”.

Si pone anche la necessità di riannodare un'”alleanza tra giovani e anziani per non dimenticare le lezioni della storia e superare le polarizzazioni e gli estremismi di questo tempo”. La forza vivificante di Maria è testimoniata anche dal fatto che rappresenti il “modello di come accogliere questo immenso dono nella nostra vita, Gesù, e comunicarlo agli altri”. E l’appuntamento sarà in quello stesso Portogallo “da dove nei secoli quindicesimo e sedicesimo – afferma papa Francesco – moltissimi giovani, tra cui tanti missionari, sono partiti verso mondi sconosciuti anche per condividere la loro esperienza di Gesù con altri popoli e nazioni”.

L’augurio finale del Sommo Pontefice ai giovani è limpidissimo: “cari giovani, sogno che alla GMG possiate sperimentare nuovamente la gioia dell’incontro con Dio e con i fratelli e le sorelle, il tempo di alzarci è adesso, alziamoci in fretta e come Maria portiamo Gesù dentro di noi per comunicarlo a tutti”.

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